CANAVESE – La Guardia di Finanza di Torino si è nuovamente trovata alle prese con un anomalo caso che ha interessato una nota società di impianti elettrici canavesana, all’apparenza irreprensibile ed orientata, nella quasi totalità dei suoi lavori, verso rapporti con la Pubblica Amministrazione.
La ditta verificata dal Gruppo di Ivrea, infatti, era impegnata non solo nell’esecuzione di appalti per amministrazioni Comunali del Canavese e della Provincia di Torino, ma anche per le Aziende Sanitarie della Provincia. Tutto all’apparenza sembrava regolare, con lavori eseguiti a norma e regolarmente fatturati dagli Enti Pubblici, salvo un piccolo particolare: di fatto la società era praticamente sconosciuta all’Amministrazione Finanziaria.
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I finanzieri, grazie agli strumenti telematici ed alle banche dati che incrociano informazioni provenienti dagli uffici finanziari, hanno scoperto che la società fin dall’anno 2014 aveva di fatto smesso di interfacciarsi con il fisco, omettendo puntualmente e sistematicamente di trasmettere qualunque tipo di dichiarazione fiscale prevista dalle attuali leggi tributarie. Nonostante questo, la società riusciva comunque a partecipare ai bandi di gara e aggiudicarsi i lavori a favore degli Enti Pubblici.
Come sia possibile una tale situazione è presto detto: per poter contrarre con la Pubblica Amministrazione è necessario essere in regola con la posizione contributiva e quindi con i pagamenti verso l’Inps e l’Inail in modo tale che questi Enti possano rilasciare l’attestazione di regolarità contributiva denominata Durc. L’affermata azienda quindi, nonostante non dichiarasse un solo euro di ricavi, era però precisa ed attenta nel fare in modo di essere in regola con Inps e Inail. Inoltre, quand’anche il Durc fosse risultato irregolare per un tardivo pagamento, secondo le attuali normative, l’Ente Pubblico si sarebbe impegnato a saldare il debito invece che pagare l’azienda che, in tal modo, non si sarebbe mai trovata in una situazione di irregolarità con gli Enti Previdenziali.
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Ed è così che negli ultimi anni di esercizio, la società di impianti elettrici, ha potuto fatturare per 1.135.875,53 euro senza versare un solo centesimo nelle casse dello Stato, evadendo anche un’Iiva per 123.879,98 euro. Lo strano caso si è concluso con il protagonista della vicenda denunciato alla Procura della Repubblica di Ivrea per non aver presentato le dichiarazioni dei redditi ed ai fini dell’Iva, ed il recupero a tassazione degli imponibili e dell’Imposta sul Valore Aggiunto. L’evasione, infatti, produce effetti negativi per l’economia, ostacola la normale concorrenza fra imprese, danneggia le risorse economiche dello Stato ed accresce il carico fiscale per i cittadini onesti.
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