venerdì 6 Dicembre 2024

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VERCELLI – “Hi tech” e “Beverage”: scattate le manette per gli autori due grossi furti (VIDEO)

 

VERCELLI – Tra i mesi di ottobre 2016 e gennaio 2017 la città di Vercelli è stata interessata da due grossi furti, perpetrati con modalità simili e con obiettivo magazzini logistici, punti di grossa distribuzione in particolare di materiale elettronico e di alcolici e bevande di ogni tipo.

La Polizia di Stato di Vercelli ha dunque iniziato una complessa attività di indagine che ha inizialmente fatto ritenere che la banda autrice dei colpi fosse la stessa. Con i successivi sviluppi investigativi la Squadra Mobile di Vercelli è riuscita a determinare la presenza criminale sul territorio vercellese di due bande distinte, che avevano commesso ingenti furti a Vercelli ed in mezza Italia (per circa 1 milione di euro), colpendo magazzini pieni di prodotti elettronici, elettrodomestici e bevande di ogni tipo (tra cui champagne, moltissimi alcolici e super alcolici).

Per gli autori, attraverso due articolate operazioni “Hi tech” e “Beverage”, sono scattate le manette.

OPERAZIONE “HI TECH”: Fermata dalla Polizia di Stato banda di ladri dell’Est: avevano rubato prodotti elettronici per mezzo milione di euro e detenevano arsenale da guerra

Nella notte del 27 aprile, la Polizia di Stato di Vercelli ha assicurato alla giustizia gli autori del furto commesso il 6 ottobre scorso presso la Dimo di Vercelli, società che si occupa della commercializzazione e spedizione di articoli elettronici nei negozi ad insegna “EURONICS” presenti in Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Liguria.

 

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Quella notte, infatti, i malviventi, eludendo i sistemi anti intrusione, sono penetrati nel magazzino, dal tetto, tramite delle aperture effettuate con l’uso di un flessibile. Successivamente, come in un film, utilizzando delle funi, si sono calati in prossimità dell’area di stoccaggio dei telefoni cellulari e di altri prodotti di valore, riuscendo a sottrarsi ai perimetrali posti in corrispondenza delle porte, delle finestre e dei portoni sezionali, nonché ai vari sensori che proteggono i corridoi del magazzino.

La terza sezione della Squadra Mobile ha iniziato immediatamente le indagini nel tentativo di trovare tracce utili. In particolare, dalla mole dei tabulati degli smartphone oggetto di furto, si è risaliti ad alcuni utilizzatori. Da qui è iniziata una complessa attività investigativa che ha consentito di individuare i membri di una banda criminale dedita alla commissione di furti di ingente valore: elettrodomestici, scarpe, profumi, cosmetici, ricambi per auto, elettroutensili, materiale elettronico in generale.

Nel contempo sono stati anche individuati i mezzi utilizzati (furgoni ed autovetture) per commettere i furti e, in particolare, nel milanese, un capannone (la Leopoldina), base logistica della banda criminale, composto da moldavi e romeni.

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L’attività investigativa, supportata anche da presidi tecnologici, ha consentito così di attribuire agli indagati, oltre al furto commesso a Vercelli per un valore di 360mila euro, ulteriori furti commessi nel Nord Italia, ed in particolare:

  • un furto di batterie per auto ed altri oggetti per un valore di circa 30.000 euro, commesso nelle prime ore del giorno 8 novembre 2016 in Reggio Emilia;
  • un tentativo di furto commesso nuovamente presso la DIMO di Vercelli nella serata del 16 novembre 2016;
  • quattro furti commessi, nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2016, presso alcune ditte di Parma, nel corso dei quali sono stati asportati elettroutensili per svariate migliaia di euro.
  • un tentativo di furto presso l’UNIEURO di Tavagnacco (UD), commesso il 3 marzo 2017;
  • un furto di elettrodomestici, per un valore di circa 40.000,00 euro, presso la ditta DISEL srl (negozio di elettrodomestici), di Povoletto (UD), commesso nella notte del 6 marzo 2017.

Giova precisare che taluni degli indagati, agli inizi del mese di dicembre, si sono allontanti dall’Italia per rientrare nel proprio paese d’origine, motivo per cui l’attività del gruppo criminale è stata sospesa, ma non l’attività di monitoraggio da parte degli investigatori. Per riprendere, appunto, nel mese di marzo quando facevano rientro nel territorio italiano, per continuare nelle loro malefatte.

Sono, inoltre, in corso ulteriori accertamenti su numerosi altri furti commessi, sempre Nord Italia, nel mese di marzo e aprile.

L’ammontare dei furti accertati, fino a questo momento, è oltre i 500 mila euro.

Visti gli elementi probatori raccolti, il Pubblico Ministero titolare delle indagini, richiedeva al Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Vercelli le misure cautelari personali, che venivano concesse ed eseguite nella giornata del 27 aprile.

In particolare:

– misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di:

  • C.R., classe 85, nato in Moldavia, residente in Abbiategrasso (MI), con precedenti per reati contro il patrimonio;
  • C.O., classe 83, nato in Moldavia, residente in Abbiategrasso (MI); attualmente lo stesso è irreperibile e dovrebbe trovarsi in Moldavia;
  • Z.A., classe 76, nato in Moldavia, residente in Garbagnate milanese (MI), con precedenti per reati contro la persona e contro il patrimonio;
  • B.M., classe 88, nato in Moldavia, residente in Corsico (MI), con precedenti per reati contro il patrimonio.

– misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, con obbligo di permanenza domiciliare dalle ore 22 alle ore 6, nei confronti di:

  • D.N., classe 82, nato in Moldavia, residente in Chiari (BS);
  • O.D., classe 72 nato in Romania, residente in Pantigliate (MI).

Nel contempo si è proceduto ad eseguire perquisizioni delegate anche nei confronti di quattro soggetti allo stato attuale solo indagati.

Le perquisizioni hanno permesso di rinvenire numerosi oggetti provento dei furti per un valore approssimativo di centomila euro; inoltre sono stati sequestrati cinque furgoni utilizzati per le azioni criminose, tutti risultati rubati, quattro dei quali dotati di targhe clonate.

Giova segnalare come presso l’abitazione del soggetto più pericoloso, Z.A., uno degli arrestati, il personale operante ha rinvenuto e sequestrato un vero e proprio arsenale da guerra, custodito in un doppio fondo ricavato nell’armadio, con un sofisticato congegno di apertura; undici coltelli a serramanico, un mab (moschetto automatico beretta) cal.9 mm modificato nel calcio, abbinato ad un serbatoio rifornito di venti cartucce da 9 mm; un fucile mitragliatore Colt M16, calibro 223, con matricola abrasa sulla canna e sul castello, corredato da serbatoio rifornito con nove cartucce calibro 223; una pistola semi automatica in calibro 9 x 21, con matricola abrasa, rifornita da un serbatoio contenente sedici cartucce di cui alcune camiciate; una pistola semi automatica con matricola abrasa corredata da un serbatoio rifornito con sette cartucce. Per tali motivi lo stesso è stato arrestato anche in flagranza di reato per i reati ex art 2 legge n.895/67 e art. 3 legge 110/75, ossia alterazione di armi e detenzione di armi e munizionamento da guerra.

Per l’esecuzione delle misure, oltre ad altro personale della Questura di Vercelli, ha collaborato, la Squadra di polizia giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Vercelli personale della Squadra Mobile di Torino e Milano, e del Commissariato di Rho Pero.

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OPERAZIONE “BEVERAGE”: Rubarono 400 mila euro di alcolici da due depositi: arrestati dalla Polizia di Stato due pugliesi

Nel pomeriggio del 22 aprile la Polizia di Stato di Vercelli ha assicurato alla giustizia due soggetti autori di un furto commesso il 25 gennaio scorso presso il magazzino vercellese “Partesa S.r.l.”, deposito per la distribuzione di bibite di diverso tipo.

Quella notte, infatti, i malviventi, utilizzando come via d’accesso un vicino e abbandonato capannone industriale, dapprima demolivano un tratto di comune recinzione in ferro, dopodiché con l’utilizzo di un muletto parcheggiato presso il deposito in questione, trasportavano decine di bancali già confezionati contenenti cartoni di aperitivi, vini e birre sino alla struttura attigua e poi a bordo di un veicolo autoarticolato. Prima del furto, considerata la presenza di numerose strutture industriali, alcune delle quali dotate di impianti di video – sorveglianza, i malviventi tagliavano i collegamenti elettrici dei predetti impianti ed alteravano la visuale delle telecamere, rendendo inutilizzabile la loro registrazione. Pur se munito di impianto di allarme, lo stabilimento veniva violato senza che lo stesso si attivasse: venivano rinvenute, infatti, alcune lamine di carta argentata magistralmente posizionate sui sensori dell’allarme volumetrico. Il valore della merce rubata ammontava a circa 180 mila euro.

La terza sezione della Squadra Mobile ha iniziato subito le indagini, nel tentativo di trovare tracce utili. Gli accertamenti sul posto permettevano così di individuare una telecamera non danneggiata dai malviventi, probabilmente perché ben nascosta. Dall’esame della stessa è emerso che per il trasporto della refurtiva erano stati utilizzati due autoarticolati. I due mezzi pesanti erano stati ripresi sia mentre entravano nel capannone utilizzato per caricare la refurtiva, sia all’uscita, quando accedevano sulla SS31 in direzione Casale Monferrato (AL), “scortati” da un loro mezzo. Dall’incrocio di queste informazioni, tramite una serie di articolati controlli, è stato possibile individuare la targa di uno dei due mezzi ed i conducenti dello stesso.

Da qui, al fine di raccogliere ulteriori elementi probatori a carico dei due soggetti identificati, sono iniziate una serie di attività che consentivano di venire a conoscenza di un altro furto, commesso nella notte del 1 aprile.

Più nello specifico, seguendo i movimenti di uno degli indagati, quest’ufficio ipotizzava che fosse stato commesso un ulteriore furto. Pertanto nella prima mattinata di sabato 1 aprile l’uomo veniva fatto fermare della Sottosezione Polizia Stradale di Fano (PU) mentre si trovava a bordo di un nuovo autoarticolato che, nel frattempo, aveva acquistato.

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Il veicolo era carico di 30 bancali di birra e alcolici. D’intesa con gli agenti della Stradale di Fano venivano svolti accertamenti sul documento di trasporto esibito. Il conducente, infatti, esibiva la fattura nr 10 emessa in data 31/03/2017 dalla ditta CLEMENTONI MAGIS di Novara.

Ritenendo che tale documento non fosse originale, tenuto conto anche della difformità della merce trasportata e dell’assenza degli importi, pur trattandosi di una fattura, personale della Terza sezione della Squadra Mobile si è recato presso la CLEMENTONI MAGIS ove accertava che la bolla di accompagnamento esibita dall’indagato era del tutto falso, poiché completamente difforme dal modello utilizzato dalla ditta novarese; inoltre, la vera fattura nr. 10, emessa dalla CLEMENTONI MAGIS, era datata 02/01/2017.

Attraverso i lotti di produzione della birra CERES è stato possibile risalire alla ditta DORECA Spa con sede operativa anche a Settimo Milanese (MI). I titolari, invitati a recarsi sul posto, una volta all’interno della struttura si rendevano conto di aver subito un ingente furto di champagne, birre, bibite, alcolici e superalcolici per un ammontare di oltre 250.000,00 euro.

A quel punto, l’indagato è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, consentendo così di restituire alla DORECA una parte consistente (circa 130.000,00 euro) della refurtiva. Anche in questo caso erano stati utilizzati due autoarticolati per trasportare la refurtiva, ma del secondo mezzo utilizzato, al momento, si sconosce la targa.

Raccolti pregnanti e convergenti elementi probatori il Pubblico Ministero titolare delle indagini ha richiesto al Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Vercelli, le misure cautelari della custodia in carcere, richiesta che è stata accolta e che ha portato all’arresto di A. M., classe 65, nato e residente a Canosa di Puglia (BT) e C. A., con precedenti per reati contro il patrimonio, classe 81, nato e residente a Cerignola (FG). Entrambi svolgevano l’attività di autotrasportatore.

Per l’esecuzione delle misure hanno dato ausilio personale della Squadra mobile di Foggia, del Commissariato di Cerignola (FG) e della Polizia Penitenziaria di Pesaro.

Sono state effettuate, inoltre, una serie di perquisizioni, in cui hanno collaborato anche i carabinieri della Compagnia di Cerignola (FG), che hanno permesso di rinvenire oggetti utili per la prosecuzione delle indagini.

Si ritiene che in entrambi i furti abbiano preso parte altri soggetti, sui quali sono tuttora in corso indagini.

Si rappresenta, infine, che i soggetti in questione sono sospettati di essere i responsabili di episodi analoghi, avvenuti nell’anno 2016, nella Provincia di Asti, Biella e Cuneo, dove sono stati messi a segno colpi rispettivamente per 220.000, 150.000, 1.500.00 euro, prevalentemente nel settore alimentare.

GUARDA IL VIDEO DELLA POLIZIA DI STATO

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