CASTELLAMONTE – Quale futuro per la sanità canavesana e per il presidio ospedaliero di Castellamonte? Questo il tema affrontato nel corso dell’appuntamento organizzato dal Partito Democratico locale venerdì 17 febbraio presso la casa della musica.
Ad introdurre la serata il segretario del Pd castellamontese Luca Chiartano: “L’Ospedale di Castellamonte ha rischiato in questi anni di diventare una cattedrale nel deserto.
Oggi la situazione sta cambiando e da qualche anno è stato aperto un cap (centro di assistenza primaria). Speriamo che a questo si aggiungano altri servizi in modo tale da poter disporre di una struttura sempre più funzionale”.
A prendere la parola è stato poi l’assessore regionale Antonio Saitta che ha fornito un quadro dello stato di salute della sanità piemontese, che al momento dell’insediamento della giunta Chiamparino si è rivelata con i conti in rosso e di fatto commissariata. “Per salvare la sanità- ha illustrato Saitta- la regione ha lavorato nell’ottica di riorganizzare il sistema sanitario allo scopo di gestire il servizio in modo efficiente e atto a garantire cure adeguate a costi più bassi.
Non ridurre i servizi ma aggregarli in modo da aumentare la specializzazione”- ha proseguito Saitta che ha poi evidenziato come in passato la specializzazione ospedaliera fosse troppo frammentata, cioè composta da tante strutture a bassa attività che non garantivano standard ottimali di sicurezza specie per determinati reparti quali ad esempio oncologia.
“In un reparto oncologico dove si fanno pochi interventi c’è grande pericolo anche di morte. Perciò per oncologia abbiamo deciso che le strutture che non raggiungono un determinato standard si chiudono e gli interventi saranno dirottati verso strutture che garantiscono alti livelli di prestazione”. Altro problema che la sanità deve affrontare è quello dell’invecchiamento della popolazione ed il conseguente aumento delle patologie croniche: per rispondere a tale esigenza si procederà con sviluppo di quella che viene definita “medicina di territorio”, che prevede un maggiore coinvolgimento dei medici di base e delle strutture locali.
Questo l’orizzonte programmatico in cui si inserisce il presidio ospedaliero di Castellamonte del cui futuro ha parlato Lorenzo Ardissone, direttore sanitario dell’Asl To4: “In questo territorio abbiamo tante risorse da dedicare alla medicina di territorio che bisogna ripensare in un’ottica unitaria e in piena collaborazione e dialogo con gli enti locali e il mondo dell’associazionismo- ha spiegato Ardissone che ha illustrato come il cap Castellamonte diventerà una “Casa della salute” che risponderà ad un fabbisogno sanitario del territorio, ovvero quello di un centro diurno per autistici adulti ed un centro per la diagnosi dell’autismo che riguardi tutto l’ambito della Asl To4.
I primi risultati di questo progetto dovrebbro vedersi già tra aprile e maggio 2017 Alla domanda di una signora del pubblico che paventava il trasferimento di fisiatria da Castellamonte, Ardissone ha fornito rassicurazioni: “Il centro di Castellamonte è un punto di riferimento per tutta l’Asl e non c’è nessuna intenzione di smontare che le cose che funzionano”.
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