CAFASSE – Giovedì 23 febbraio alle 20,30, presso la chiesa di Cafasse, Suor Carla Corbella, docente della Facoltà Teologica di Torino, approfondirà l’Esortazione apostolica pubblicata il 19 marzo 2016, riflessione che papa Francesco elabora relativamente all’amore nella famiglia a partire dal lavoro di due sinodi sull’argomento uno del 2014 e l’altro del 2015.
La lunghezza e la complessità del documento, insieme alle parole che il papa ha esplicitamente formulato sull’aereo nel viaggio di ritorno dall’isola di Lesbo il 16 aprile 2016, invitano con decisione ad uscire da un approccio alla questione del matrimonio e della famiglia basata sul si può/non si può. Il papa propone di entrare in una logica di discernimento commisurando le disposizioni della disciplina pastorale al grado di maturazione della responsabilità personale non solo e non primariamente sulla questione dei sacramenti quando sulla visione dell’amore e della famiglia oggi.
Lo sviluppo dell’Esortazione
La gioia dell’amore (1-7)
Il primo capitolo (Alla luce della Parola, nn.8-30) presenta la famiglia nella bibbia anticipando molti temi che saranno poi trattati approfonditamente nel proseguo della riflessione. È una presentazione chiara senza mistificazioni: non esiste la famiglia ideale neppure nella bibbia. Infatti il peccato (26) ha complicato le relazioni fin da subito e così l’amore si è trasformato in bisogno di dominare l’altro (19). L’amore secondo il cuore di Gesù è ben diverso perché si nutre di misericordia e di perdono ( 27).
Il secondo capitolo (La realtà e le sfide delle famiglie nn. 31-88) presenta e analizza la situazione reale delle famiglie (31) che affrontano sia alcune sfide inedite legate al contesto culturale e sociale attuale sia, in termini nuovi, sfide antiche. Il papa insiste sulla necessità di essere concreti: senza ascoltare la realtà non è possibile comprendere in essa gli appelli dello Spirito e si rischia di proporre un ideale dottrinale del matrimonio tanto bello quanto lontano dal vissuto (36).
Il terzo capitolo (Lo sguardo rivolto a Gesù: la vocazione della famiglia, nn. 58-88) invita a guardare a Gesù e conoscere e ascoltare l’insegnamento della Chiesa. Come, cioè, la Chiesa nel tempo ha cercato di rendere significativa la prospettiva evangelica del matrimonio e della famiglia. A questo proposito Francesco sottolinea la necessità di rifarsi al Kerygma (58). L’attenzione per l’indissolubilità, la trasmissione della vita e l’educazione dei figli assumono un orizzonte particolare in riferimento alla sacramentalità del matrimonio.
Nei capitoli quattro e cinque, (L’amore nel matrimonio, nn. 89-164; L’amore che diventa fecondo, nn. 165-198) cuore pulsante di tutta l’Esortazione, il centro è l’amore nel senso pieno della parola sul quale il papa riflette a partire dall’inno di 1Cor 13,4-7 presentandone non solo un’esegesi puntuale ma anche una prospettiva spirituale che parla al cuore del lettore. Un amore di questo tipo è per natura sua fecondo. Se, infatti, amare significa donare la vita al di là di se stessi allora l’apertura alla vita non è tanto da giustificare ma da accogliere come naturale proseguo.
Il capitolo sesto (Alcune prospettive pastorali, nn. 199-258) presenta alcune prospettive pastorali derivanti necessariamente da quanto detto nei capitoli precedenti. Grande attenzione ha l’accompagnamento pastorale delle diverse tappe della vita di una coppia: dal fidanzamento alla morte passando per le situazioni di crisi e le separazioni. Senza voler entrare nei dettagli, lasciati alla creatività locale, di come far interagire insegnamenti della Chiesa e bisogni delle persone (199), il papa si sofferma in particolare sul significato delle crisi e sul come affrontarle (236) perché da come si imposta la crisi è prevedibile il suo epilogo.
Il capitolo settimo (Rafforzare l’educazione dei figli, nn. 259-290) è un trattatello di pedagogia ignaziana. Il papa apre il capitolo ribadendo con forza che i genitori influiscono sempre sull’educazione dei figli in bene e in male (259). Il loro compito principale è di generare processi piuttosto che ossessionarsi con i controlli. Il principio secondo cui il tempo è superiore allo spazio è il punto di riferimento per dar vita ad una pedagogia in cui il figlio si appassioni al bene sempre più e, mentre lo conosce, lo voglia realizzare (264) attraverso un cammino di accoglienza e di libertà. La formazione etica ma anche sessuale e di fede sono centrali per il papa che dà delle indicazioni concrete come l’uso delle sanzioni e l’attenzione alla gradualità (271).
Il capitolo ottavo (Accompagnare, discernere e integrare la fragilità, nn. 291-312) costituisce un invito alla misericordia e al discernimento pastorale in quelle situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore propone. Si ribadisce cosa sia il matrimonio cristiano e la sua priorità assoluta e si distingue tra unioni che lo contraddicono radicalmente e altre che lo realizzano in modo parziale (292). Si esplicita con forza che non è compito del Sinodo o dell’Esortazione produrre una nuova normativa canonica applicabile a tutti i casi (300).
Il nono capitolo (Spiritualità coniugale e familiare, nn. 313-325) chiude l’Esortazione puntando sulla spiritualità familiare e coniugale fatta di migliaia di gesti concreti e reali (315). Ogni momento della vita insieme è una partecipazione alla vita piena della Risurrezione (317). La spiritualità è della cura, della consolazione e dello stimolo: non una separazione del reale ma un’occasione per vivere nell’unione concreta e quotidiana la presenza di Dio che è amore. Questa è la santità possibile anche tra le mura domestiche.
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