CUORGNÈ – “C’è voglia di celebrare questa importante giornata – commenta l’Assessore all’Istruzione Davide Pieruccini – al di là della legge 211 del 2000 che impegna i Comuni ad organizzare iniziative con la finalità di non dimenticare le atrocità naziste subite solo (e non dimentichiamo nemmeno questo) poco più di settant’anni fa.
Il 27 gennaio non va ricordato per la liberazione da parte delle Forze Alleate del campo di sterminio di Auschwitz,ma per ciò che si sono trovati di fronte una volta varcato il cancello sotto la scritta “Arbeit Macht Frei”.Quel giorno il Mondo aprì gli occhi,e la memoria serve a non farli più chiudere.
Ringrazio le Scuole cuorgnatesi per l’adesione al programma delle proiezioni dei film a loro dedicati (“Storia di una ladra di libri” per le elementari e “Monsieur Batignole” per le scuole medie) e spero in una buona partecipazione all’iniziativa “ON AIR MICROFONO DELLA MEMORIA”, evento creato per gli adulti al fine di dare voce a chi ha voglia di non dimenticare”.
“Penso sia importante portare avanti certe proposte cercando l’approccio più adeguato, utilizzando gli strumenti più adatti alla sensibilità e alle capacità cognitive dei bambini – aggiunge il Consigliere delegato all’Istruzione Antonella D’Amato – Sono consapevole di quanto sia difficile affrontare il tema della Shoah, descrivere le dimensioni della tragedia, l’enormità delle perdite umane e l’abisso in cui l’uomo è risuscito a spingersi ma nel nostro piccolo cerchiamo di contribuire a far riflettere i bambini sui valori dei diritti umani, sulla non discriminazione e sul rispetto e la valorizzazione delle diversità e delle differenze”.
Ha voluto aderire all’iniziativa cuorgnatese,tramite una gradita lettera, anche Claudia De Benedetti, Presidente Italiana dell’Agenzia Ebraica.
“Il 27 gennaio 1945, data simbolo dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, viene celebrato qui, oggi, per ricordare la Shoah, il genocidio degli ebrei. Ringrazio il Sindaco Pezzetto per avermi dato l’opportunità di inviarvi il mio saluto nella mia veste di Presidente per l’Italia dell’Agenzia Ebraica per Israele, un ente sorto per offrire aiuto e soccorso ai sopravvissuti alla Shoah. E ringrazio tutti voi per come saprete ascoltare la lezione della Storia che questo Giorno della Memoria si propone di trasmettervi. Ci sono date che segnano un prima e un dopo: il 27 gennaio 1945 è una di quelle. Dopo quel giorno più nessuno ha potuto ignorare e nulla essere dimenticato. Il mondo ha avuto da quel momento la consapevolezza di un orrore assoluto da non poter essere raccontato con le parole delle ricostruzioni storiche.
La celebrazione del Giorno della Memoria è stata istituita quindici anni fa dal nostro Parlamento, per riflettere su tutti coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si erano opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria esistenza, avevano salvato altre vite e protetto i perseguitati. E’ un impegno che abbiamo preso con le nuove generazioni e che intendiamo mantenere vivo nel contrastare i pregiudizi, l’ignoranza e ogni rappresentazione artefatta dal revisionismo. Ricordare è un dovere ma allo stesso tempo è anche un dolore, che si rinnova nelle famiglie dei sei milioni di vittime innocenti della Shoah.
L’orrore che ha attraversato il Novecento ci deve ammonire. Oggi più forte che mai, più ostinato di qualsiasi tentativo apologetico, deve essere il nostro dovere a rendere onore a chi si oppose, a chi si immolò, a chi resistette. Trasmettere conoscenza di quei fatti è essenziale perché ogni fenomeno, anche il più drammatico e più tragico come la Shoah, è esposto al trascorre del tempo, cioè al rischio dell’oblio, dell’abbandono, e noi non intendiamo dimenticare. Ricordare perché nessuno e nulla sia scordato, perché l’ebraismo, la sua cultura, è parte integrante della nostra storia e della cultura di questo continente.
Questa giornata vuole essere una presa di coscienza collettiva del fatto che l’uomo è stato capace di compiere crimini efferati contro l’umanità. Ricordiamo quel genocidio perché non c’è futuro senza memoria: quel che è avvenuto non deve accadere mai più. La conoscenza di quel tempo e l’impegno quotidiano, costante e continuo a fermare l’ antisemitismo, il razzismo, l’intolleranza, la xenofobia aiuta a mantenere vivi gli anticorpi della barbarie. Perché l’orrore che è accaduto, non si affacci mai più.”
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