TRASPORTI – Per lunedì 23 gennaio è previsto uno sciopero generale dei trasporti, della durata di 24 ore.
Lo sciopero, interesserà tutto il personale Gtt che si riunirà in presidio sotto al Municipio di Torino, a partire dalle 10. Il Servizio sarà comunque garantito nelle seguenti fasce orarie:
-Servizio urbano e suburbano della Città di Torino: dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.00 alle ore 15.00
– Metropolitana: dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.00 alle ore 15.00;
– Autolinee extraurbane: da inizio servizio alle ore 8.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30
– sfm1 Pont-Rivarolo-Chieri (ferrovia Canavesana) e sfmA Torino-Aeroporto-Ceres: da inizio servizio alle ore 8.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30
Le motivazioni dello sciopero va da ricercarsi nella qualità di vita e lavoro di chi guida.
Sono loro i primi a lamentarsi dell’efficienza dei mezzi, che mostrano sempre più problemi dal punto di vista del comfort, dell’affidabilità e della sicurezza.
“Le officine – spiegano Faisa-cisal, Ugl FnAutoferrotranvieri e Fast-Confsal – vedono sempre più ditte private e sempre meno operai al lavoro sui mezzi, e per uno strano destino, i soldi che mancano per i ricambi ricompaiono magicamente quando si tratta di esternalizzare. Interi settori continuano a vivere nell’incertezza, abbandonati a se stessi. In un quadro ormai insostenibile, Gtt non vuole assumere nonostante abbia sottoscritto accordi a riguardo, e, se da un lato si nasconde dietro una formale e rigida interpretazione del decreto Madia, dall’altro si prepara a “regalare” ai privati un intero stabilimento, ovviamente spostando come pacchi i lavoratori al suo interno. Inanto nessuno vuole far chiarezza sui disallineamenti di bilancio e si mormora che il conto verrà presentato ai lavoratori.”
Dopo le continue motivate lamentele dei pendolari, ecco che spunta la situazione com’è per i lavoratori di Gtt. Certamente non rosea. Nella loro protesta chiedono condizioni di lavoro degne sia sul piano delle strutture sia su quello della qualità della vita, come i tempi di percorrenza (che andrebbero anche a favore dei pendolari!) o la gestione delle ferie “evitando le varie forme di clientelismo”, oltre ad avere un giusto riconoscimento economico “visti i risparmi effettuati sulla pelle di chi lavora”.
I lavoratori denunciano una situazione inefficiente, poco trasparente e costosa, e non vogliono pagarne il prezzo.
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