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IVREA – Legambiente chiede un incontro pubblico ai Comuni firmatari della Protocollo di intesa

IVREA – Il Circolo Legambiente Dora Baltea ha inviato una lettera, (a firma di Domenico Pignataro, Presidente del Circolo Legambiente Dora Baltea di Ivrea; Brotto Danilo, Presidente del Circolo Legambiente “Pasquale Cavaliere” del Basso Canavese; Franceschinis Mirko, Presidente dell’Associazione Utenti Ferrovia Chivasso – Ivrea – Aosta e Massimo Giugler, Presidente dell’Associazione Pendolari Stanchi Vda) alle varie amministrazioni coinvolte dal Protocollo di intesa per l’eliminazione passaggi a livello e variante SS 26, per chiedere un incontro pubblico nel quale RFI quale soggetto proponente, la Città Metropolitana e la Regione Piemonte quali soggetti istituzionali garanti del rispetto di una corretta pianificazione,possano presentare i progetti e avviare un confronto con il territorio.
Pubblichiamo qui integralemente la lettera:

“Nel mese di ottobre è stato oggetto di approvazione, nei consigli comunali di Quassolo, Tavagnasco, Quincinetto e Settimo Vittone, il Protocollo di cui all’oggetto.Il Protocollo prevede l’eliminazione di tutti i passaggi a livello nella tratta compresa fra i comuni di Borgofranco e Quincinetto e la realizzazione di opere di viabilità sostitutiva per una cifra di circa 25 milioni di euro. Non avendo potuto vedere il progetto di fattibilità, citato nel Protocollo, ma non allegato, ci rifacciamo alle citazioni comprese nell’allegato A del suddetto protocollo, relative a sovra e sottopassie strade di collegamento.

Evidenziamo con piacere l’attivazione di RFI, Regione Piemonte, Città Metropolitana e delle varie amministrazioni comunali per la risoluzione di una questione che crea disagi sia ai pendolari che si spostano su rotaia, sia a quelli che si muovono su gomma. Un simile intervento è da tempo auspicato dalle Associazioni dei pendolari per migliorare la regolarità del servizio ferroviario e permetterebbe maggiore fluidità di passaggio fra i due lati della Valle della Dora Baltea.

Ci pare tuttavia che un progetto di simile portata, che andrà a modificare in modo significativo e duraturo il territorio, la vita delle comunità e le abitudini dei cittadini, debba essere affrontato con una valutazione attenta delle soluzioni possibili e dei loro impatti sociali, economici ed ambientali. Al momento non siamo a conoscenza dell’esistenza o meno di tali approfondimenti.

L’approccio che emerge dal protocollo è, dal nostro punto di vista, frammentato.

Il tratto della linea ferroviaria che va da Borgofranco a Quincinetto certamente presenta delle criticità, ma il problema dei passaggi a livello è presente su tutta la tratta piemontese della linea Chivasso – Aosta; dal punto di vista degli utilizzatori del treno, sarebbe altrettanto importante intervenire nella tratta a sud di Ivrea, dove sono presenti sia un volume di traffico ferroviario molto più elevato, sia alcune gravi criticità come i passaggi a livello di Cerone e di Arè.

Pensiamo quindi che sia necessario un approccio più ampio, coinvolgendo non solo 5 amministrazioni, ma tutte quelle che insistono sulla tratta oggetto di intervento (Chivasso-Pont St. Martin) e i relativi cittadini, in modo da definire le priorità di intervento e accogliere le istanze che i singoli territori possono portare.

Infine nel protocollo non vengono presi in considerazione gli impatti che gli interventi proposti (chiusura di tutti i passaggi a livello compresi quelli interni all’abitato di Borgofranco, costruzione di sopraelevate, nuove strade) avrebbero sia sulla vita delle comunità, sia sul paesaggio e l’ambiente.

Ancora, dovrebbe tener conto delle altre tematiche oggetto di ragionamenti comuni quali il Patto per lo sviluppo territoriale, la destinazione dell’area ex Alcan, la recente costituzione e le relative azioni intraprese dall’AMI.

Varrebbe infatti la pena inserire, in un simile sforzo di concertazione, il tema della viabilità e della mobilità dei pendolari prendendo in considerazione i flussi che ruotano attorno a Ivrea e che la attraversano.

Siamo in presenza di un evento importante per il nostro territorio, sia per i capitali che stanno per essere attratti ed investiti, sia per la costruzione di opere viarie. Come Associazioni territoriali che hanno a cuore il tema della mobilità sostenibile, crediamo che la fretta non sia una buona consigliera, ma che vada proseguito e ampliato il percorso intrapreso dalle 5 amministrazioni in questione, assumendo a modello di riferimento il metodo concertativo della conferenza dei servizi e rimettendo al centro il tema della mobilità. Tema assai delicato da affrontare e che implica la presenza di figure esperte, specializzate e competenti. Motivo per cui riteniamo opportuno suggerire il varo di uno studio che metta a fuoco le esigenze di mobilità dei cittadini, studi i flussi attuali, coniughi le possibilità di spostamento con i vari vettori oggi esistenti, ponderi in prospettiva quali possano essere i flussi futuri e i futuri mezzi di trasporto, promuova l’utilizzo di mezzi di locomozione a emissione ridotta di Co2, in linea, tra l’altro, con gli obiettivi della programmazione europea 2014-2020, che prevede linee di finanziamento ad hoc sul tema della mobilità e dell’innovazione. Uno studio del genere, con relativa messa in opera di soluzioni innovative di mobilità, potrebbe costituire un rilancio e un’attrattiva per i nostri territori, che si stanno anche impegnando per trovare forme di sviluppo economico alternativo a quelle tradizionali (agricoltura locale e sostenibile, turismo dolce, valorizzazione dei terrazzamenti, attività out door, ecc.).

Chiediamo alle amministrazioni coinvolte dal Protocollo di promuovere un incontro pubblico nel quale RFI quale soggetto proponente, la Città Metropolitana e la Regione Piemonte quali soggetti istituzionali garanti del rispetto di una corretta pianificazione,possano presentare i progetti e avviare un confronto con il territorio. Rimaniamo disponibili per ulteriori approfondimenti e ci auspichiamo che tale proposta possa essere accolta.”

 

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