CRONACA – Con l’operazione “Deep Connection” la Polizia postale ha fermato un’organizzazione criminale transnazionale che produceva e scambiava materiale pedopornografico. I sette arrestati di questa mattina facevano parte di una comunità pedofila internazionale che operava attraverso le darknet, l’Internet sommerso utilizzato dalle comunità virtuali.
Uno dei 7 arrestati è un commerciante di 50 anni, ritenuto responsabile di abusi sessuali su tre bimbi di eta’ compresa tra i 4 e gli 8 anni, L’uomo, secondo gli investigatori, grazie al suo ruolo di produttore di materiale pedo hard, aveva scalato i vertici della community virtuale di pedofili attiva sulla rete Darknet, fino a diventarne uno degli amministratori. In carcere sono finiti anche un impiegato 40enne, anche lui diventato produttore attraverso il sistematico adescamento on line di minori; un grafico di 44 anni; un imprenditore di 52 anni; un disoccupato di 28 anni; un altro impiegato di 43 anni; un militare Usa di 40 anni, tutti affiliati a pieno titolo al gruppo, da lungo tempo.
Gli specialisti della Polizia postale hanno infatti scoperto che, per far parte della comunità, gli aderenti dovevano seguire regole rigide e dettagliate, sottostare a procedure di affiliazione e fornire ogni mese sempre nuovo materiale, altrimenti si incorreva in sanzioni che prevedevano anche l’espulsione per i trasgressori. Gli affiliati erano controllati da informatori e sentinelle.
Inoltre era molto ambita la scalata ai vertici dell’organizzazione, strutturata in livelli gerarchici, per conquistare posizioni di spicco che davano la possibilità di partecipare e organizzare gli abusi di piccole vittime.
Impressionante anche il volume delle comunicazioni telematiche intercorse all’interno dell’ampia comunità, che nell’arco degli ultimi tre anni ha registrato la partecipazione, sia pur a vario titolo, di circa 45mila affiliati provenienti dai 5 continenti: circa 420 mila i post organizzati in oltre 100 mila discussioni di tematiche pedofile, per un totale di 400 mila link utili al reperimento del materiale illegale.
Le indagini, condotte per oltre tre anni dal Cncpo (Centro Nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete Internet) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma e supportate dallo European Cybercrime Center di Europol (EC3).
Alle indagini hanno partecipato anche l’FBI statunitense e la Polizia australiana del Queensland che nel 2014 avevano arrestato un noto pedofilo australiano e i suoi vice capi di nazionalità olandese e danese; al pedofilo australiano faceva direttamente riferimento il gruppo italiano.
E proprio lo sviluppo dei dati d’intelligence derivanti da quella prima fase operativa, e la continua esplorazione in sottocopertura della comunità virtuale, ha consentito agli investigatori della Polizia postale di acquisire elementi di responsabilità nei confronti degli arrestati e di fornire riscontri sulla struttura associativa del gruppo che, per la prima volta nel nostro Paese, è stato riconosciuto come associazione per delinquere transnazionale finalizzata alla commissione dei reati di abuso sessuale, produzione e divulgazione di materiale pedopornografico.
Numerose sono state le tracce fornite dagli investigatori italiani ad Europol per l’identificazione di alcune decine di minori vittime di abuso sessuale e di adescamento.
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