CANAVESE – Non voteranno per il rinnovo del Consiglio Comunale. I Sindaci dei comuni di Busano, Favria, Forno Canavese, Levone, Pratiglione, Pont Canavese, Rivara, Rocca Canavese e Ronco Canavese hanno annunciato la loro intenzione di non partecipare, tramite un comunicato.
“I motivi che ci spingono a questo gesto – affermano – sono molteplici ed affondano le loro radici sia in problematiche strutturali dell’Ente che in questioni contingenti. Come ben sappiamo la Legge Del Rio ha cancellato con un colpo di spugna le Province italiane per istituire le nuove Città Metropolitane, un processo che, lungi dal costituire un momento di riflessione sulla riorganizzazione territoriale, ha visto prevalere l’imposizione sulla concertazione e l’arbitrio sul buon senso. Non possiamo infatti non constatare come Torino sia diventata in poco tempo sempre più città e sempre meno metropolitana, del tutto disinteressata a quanto accade appena al di là dell’anello della tangenziale.
Se in passato a garantire un livello accettabile di democrazia e rappresentanza era deputata una legge elettorale incardinata su collegi locali e sull’elezione diretta del Presidente della Provincia, ora anche questo ultimo argine è venuto meno.”
I primi cittadini (Giambattistino Chiono, Serafino Ferrino, Giuseppe Boggia, Maurizio Giacoletto, Alessandro Giacomo Gaudio, Paolo Coppo, Gianluca Quarelli, Fabrizio Bertetto e Danilo Crosasso) criticano il fatto che Torino è l’unica tra le grandi città italiane ad aver rifiutato a priori l’elezione diretta del Sindaco Metropolitano, stabilendo che questo dovesse essere di diritto il Sindaco del capoluogo e privando di fatto del diritto di voto quasi un milione e mezzo di cittadini che non vi risiedono. “Al contempo anche il voto degli amministratori locali risulta del tutto ininfluente e mortificato da un rapporto ponderale che equipara il voto di un consigliere torinese a quello di oltre 200 consiglieri di piccoli comuni. Da tempo le forze politiche promettono correttivi e soluzioni, – proseguono – salvo giungere, a ridosso delle nuove elezioni, nelle stesse identiche condizioni di due anni orsono quando, seppur consci della situazione, siamo andati a votare con la speranza di contribuire a risolvere i problemi generati da una legge frettolosa ed improvvisata. Ci siamo resi conto che i partiti non hanno alcun interesse a cambiare la situazione. Molto più semplice continuare a scegliere i candidati tra le rassicuranti mura delle segreterie che dover avviare un serio confronto con il territorio. Meglio imporre persone prive di esperienza che promuovere la meritocrazia e rischiare di essere chiamati a rispondere delle proprie scelte. Meglio in sostanza continuare a parlare di aria fritta piuttosto che sporcarsi le mani e provare a lavorare nell’interesse dei cittadini.”
E concludono: “La nostra protesta di oggi vuole essere un estremo monito nei confronti di una classe dirigente che dovrebbe rappresentarci ed invece ha tradito le nostre aspettative. Noi e tanti altri nostri colleghi non possiamo riconoscerci in un sistema politico che ha finito di fare dell’autoreferenzialità la sua unica virtù. Per questo non andremo a votare ma ci dedicheremo alla politica, quella vera, e lo faremo nell’unico modo che conosciamo. Risolvendo i problemi quotidiani dei nostri cittadini.”
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