di Alessandra Hropich scrittrice per Bibliotheka Edizioni
Il silenzio tra due persone può significare più cose: disapprovazione, odio, ripicca, stato di disagio o indifferenza.
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Il silenzio veramente salutare é quello stabilito da un preciso accordo tra le parti, come alcune coppie famose che scelgono di comune accordo di non rilasciare dichiarazioni ai giornali, al termine di una storia d’ amore. Vi é, al contrario, un tipo di silenzio nocivo: quello di una persona che vuol sembrare indifferente mentre, in realtà, si macera dentro perché non riesce a dire quello che vuole dall’ altra persona. Conosco diverse persone che si rifugiano nel silenzio perché credono di sentirsi, in tal modo, in pace con loro stessi.
Avevo un conoscente così che, piano piano aveva cominciato ad essere geloso di me e dei miei amici, arrivando a controllare i miei commenti pubblici e post. Essere gelosi di una scrittrice che comunica con tutti per lavoro e per amicizia, é come chiedere ad una farfalla di non volare, semplicemente assurdo! In parte, sono colpevole anche io, come spesso dicono i miei amici che mi rimproverano di essere sempre molto socievole ed affettuosa con tutti, questo, può generare malintesi. Riconosco di sbagliare per questa mia disponibilità d’animo ma io mi sento bene a comportarmi in tal modo perché ho la sensazione di avere una finestra aperta sul mondo. Mentre il chiudersi in se stessi, come il mio ex conoscente e altri come lui, non é mai un gesto furbo perché si vive male così, chiudendo la possibilità di avere nuove e speciali amicizie.
Questi sono atteggiamenti di persone dalle reazioni illogiche perché ridicole. Il chiudere un contatto, una possibile amicizia, perché animati da irrazionale gelosia, produce in realtà solo rabbia nel soggetto che si logora con le proprie convinzioni. Il restare in silenzio e il chiudere la porta ad un possibile amico/a é solo una forma di (non) comunicazione infantile, una scelta dettata da insicurezza profonda. Una persona sicura di sé, mai prova gelosia per altri amici.
Io vivo serenamente comunicando i miei stati d’ animo e sono certa che non soffrirò mai di ulcera, lo stesso non posso dire di quelle persone che si chiudono in loro stesse, lacerandosi nel loro silenzio. Spesso il silenzio nasconde un desiderio di chiarire qualcosa, chiarire non significa litigare ma liberarsi di ciò che ci disturba, chi non lo fa, troncando una conoscenza, in realtà corrode il suo animo perché non vive in pace, non essendo riuscito a spiegarsi. In alcuni casi, il soggetto in questione, arriva persino a provare odio per la persona verso cui provava ammirazione ma l’ odio é l’ altra faccia dell’ amore, in realtà si sceglie di odiare una persona che sentiamo non essere alla nostra portata o non facilmente governabile. Ma la sofferenza del mio ex amico che é oggi ferito come lui stesso aveva tempo fa scritto, parlando dell’ amicizia in genere, é una sofferenza comune a molte altre persone.
Ho avuto colleghi con lo stesso problema che ne sono usciti tornando in buoni rapporti. Non ho mai incontrato nella mia vita un amico che mi odiasse, neppure se lo avessi pregato, sono certa di essere sempre molto stimata e benvoluta anche da parte di chi, in silenzio, riesce a comunicare il suo stato d’ animo molto meglio di chi parla. Il tacere non é quasi mai indifferenza, semmai il contrario e in genere, con amici e colleghi, si torna sempre a sorridere.
Riassumendo il pensiero di Susanna Tamaro, che giustamente dice che la prima rivoluzione da fare é quella dentro noi stessi, quella più importante, prima di cambiare le cose sbagliate in cose giuste. Un pensiero che si addice alla perfezione al modo di essere del mio ex amico che, sul suo profilo Facebook condivide post politici che mirano a cambiare la società. Ma quale società vorrebbe cambiare uno che dovrebbe fare per primo una rivoluzione dentro se stesso? Come lui, altri ovviamente. Ne conosco diversi di signori seduti al bar, come i quattro amici al bar che vogliono cambiare il mondo seduti senza risolvere i loro problemi personali che li portano a restare delusi, feriti e sconfitti, come il mio ex amico che ne é uscito a testa bassa ritirandosi in un pietoso silenzio. Il silenzio danneggia la collettività ma soprattutto, lo ripeto, corrode, colui che sceglie di tacere.
Per concludere, il mio slogan che porterò in giro, in nome della Vera Felicità é: ” Meno silenzio e meno ulcera! ”
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