Scritto da Alessandra Hropich e Nadir Malizia.
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Una cosa che reputo assurda é il vedere tanta gente infelice pur avendo una condizione fisica normale e una vita normale. Spesso mi sono posta il quesito: “Ma se é infelice una persona autosufficiente, come dovrebbe sentirsi chi, al contrario, vorrebbe essere autonomo e non un portatore di handicap? Ma poi, vista la scontentezza più o meno generale, ho capito che l’ essere umano é portatore di handicap a livello cerebrale. Come si può non apprezzare la vita? Come si può restare indifferenti verso coloro che necessitano di aiuto? Tempo fa rimasi commossa nel vedere ad un concerto un’ enorme numero di ragazzi e signori sulla sedia a rotelle che seguivano, emozionati, le canzoni come pochi sanno fare. Ecco, questo é il lato bello della vita: saper apprezzare le cose belle, tra cui la musica, nonostante le difficoltà. É meraviglioso pensare a delle persone disabili che fanno i salti mortali per andare ad un concerto mentre tanti altri, senza problemi fisici, si complicano la vita con liti, tristezza e ogni altra problematica. Delle due categorie di persone, il vero disabile é colui che riesce a vivere male pur camminando senza alcun ausilio. Per questo, ho voluto chiedere al mio amico scrittore Nadir Malizia che dà l’ idea di vivere gioiosamente la sua vita, nonostante le difficoltà. Dovremmo tutti prendere esempio da lui. Nadir, tu che sei autore di un libro molto interessante edito Casa Editrice Gruppo C1V Edizioni, dicci la tua opinione sulla Felicità.
Nadir: Credo che la felicità sia un punto che ognuno di noi, vuole raggiungere per trovare un equilibrio. Molto spesso è vero vorremmo molto di più dalla vita (come è giusto che sia) ma soltanto partendo dalle piccole cose possiamo apprezzare obbiettivi, più importanti. Nel mio libro “vita su quattro ruote”, racconto la mia testimonianza a 360 gradi e parlo anche della mia felicità che ho raggiunto sempre con tenacia e determinazione, nonostante le difficoltà. La felicità per me è dei risultati e obbiettivi ogni giorno oppure la felicità per me è aiutare chi ha bisogno o ancora ottenere quello che voglio, perché ci credo e so che prima o poi succederà. Semplicemente le persone possono raggiungere la felicità ogni giorno. Devono imparare a vedere oltre i loro occhi. Nella persona c’è insoddisfazione perché forse non si guardano dentro loro stessi, non sapendo cosa vogliono veramente. Dovrebbero chiedersi che cosa mi rende felice? Se fa questo è già sulla buona strada.
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