BORGARO – C’è un piccolo giallo legato all’ultimo Consiglio comunale. In particolar modo alla mozione presentata dal gruppo Latella con la quale si chiedeva di intitolare il giardino di via Ciriè alle vittime delle Foibe.
Che poi, come hanno ribadito i tre consiglieri nel corso dell’illustrazione del documento, non necessariamente doveva essere quel giardino: poteva andare bene anche una via, una piazza, una targa posizionata al cimitero. Il senso della richiesta era quella di dare un segno che potesse ricordare quel dramma. E su questo punto tutti si trovati concordi. Anzi, la presidente del Consiglio Maria Mainini ha invitato i consiglieri a partecipare ad un’apposita commissione incentrata sulla toponomastica (invito accolto: il gruppo da tempo non partecipa alle commissioni per una diatriba con il primo cittadino, ma ha annunciato di fare un’eccezione per questo tema specifico), in modo da individuare gli “elementi” del territorio ancora in attesa di una denominazione.
E i nomi, su suggerimento del consigliere Vincenzo Barrea, potrebbero trarre spunto dalle quattro grandi tragedie del secolo scorso: le foibe, certo, ma anche i lager, la shoah e le leggi razziali. Tutti d’accordo, insomma. Al punto che la richiesta della presidente è stata quella di ritirare la delibera per poter avviare i lavori in sede di commissione. Il gruppo Latella, però, pur accettando gli inviti alla collaborazione, ha scelto di sottoporre comunque al voto la propria mozione.
Che ha raccolto i voti favorevoli anche quelli del Movimento Cinque Stelle, mentre la maggioranza ha scelto di astenersi. Insomma, come recita la delibera, cinque votanti e cinque voti favorevoli. L’atto è stato approvato quindi? No. «Il Consiglio comunale delibera di non approvare la mozione», si legge sempre sulla delibera. Una conclusione che ha suscitato più di un motivo di perplessità nel gruppo di opposizione.
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