TORINO – “Ci troviamo di fronte ad anni decisivi per il nostro territorio, siamo ad un bivio tra una vecchia concezione di sviluppo ed un’alternativa, possibile, che tenga conto del benessere delle persone e del rispetto dell’ambiente”.
Con queste parole Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, ha aperto il congresso interregionale di Legambiente in corso a Torino alla Casa del Quartiere di San Salvario. Un momento importante per l’associazione ambientalista che vede la partecipazione di oltre 150 delegati dei circoli territoriali, delle istituzioni locali e delle associazioni con cui sono state condivise battaglie, eventi ed iniziative.
“Sfide e proposte nell’era del cambiamento” è il titolo della plenaria da cui stanno emergendo analisi e idee per il futuro delle due regioni. Sono tante le peculiarità del territorio piemontese e valdostano che, essendo pressoché collinare e montano, attraversato da torrenti e fiumi, costringe a fare i conti con le sue intrinseche fragilità idrauliche e geologiche. I progetti delle grandi opere come l’alta velocità Torino Lione e il Terzo Valico del Giovi, sono di grave impatto sull’ambiente e per le popolazioni. Per quel che riguarda le attività produttive, se da un lato l’agricoltura ha un peso economico non indifferente, dall’altro vengono ospitate grandi fabbriche riconosciute in tutto il mondo che stanno resistendo a fatica alla crisi. Sul piano urbano, invece, le città si sono trasformate attorno ai grandi insediamenti industriali ora abbandonati, e danno opportunità per essere ripensate in modo nuovo: più vivibili, più sostenibili, più sane. In questo senso si guarda con preoccupazione anche alla cappa di smog che ancora soffoca le nostre città e non si scorge, da parte delle istituzioni, la messa in atto di politiche strutturali in grado di risolvere il problema.
“E’ necessario prendere consapevolezza dei limiti che la natura ci impone e trovare in questi la chiave di volta per un modello diverso che dia gambe e concretezza al percorso verso la sostenibilità -dichiara ancora il presidente Dovana- per farlo, però, è necessario uno scatto di orgoglio e coraggio da parte di tutti: cittadini, associazioni, comitati, imprese e amministrazioni. Proprio agli amministratori chiediamo con forza maggior impegno e determinazione, capacità di riconoscere le vocazioni del territorio e perseguirle con lungimiranza”.
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Al congresso interregionale del Cigno Verde sono stati invitati anche rappresentanti del mondo politico, culturale e associativo: Roberto Ronco che ha portato i saluti dell’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte Alberto Valmaggia, Silvana Accossato, presidente della Commissione Ambiente della Regione Piemonte, Angelo Robotto, direttore generale dell’Arpa Piemonte, Gaetano Capizzi, direttore di CinemAmbiente, Beppe Piras, presidente di Bike Pride, Elena Ferro, segreteria CGIL Piemonte. Le conclusioni sono affidate a Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente.
Molti i temi che si affronteranno nel corso della giornata così come tante sono le proposte concrete dell’associazione ambientalista sulla via della sostenibilità, a cominciare dall’annoso problema delle scorie nucleari. E’ urgente per Legambiente un Programma Nazionale che individui con trasparenza e oggettività un nuovo sito in un’area che sia la meno inidonea possibile a livello nazionale e che lì si trasferiscano, al più presto, tutti i materiali radioattivi al fine di ottenere la maggiore sicurezza possibile. Ugualmente urgente è una normativa regionale più severa sulle escavazioni che deturpano il territorio in modo spesso irreparabile e porgono il fianco agli interessi delle ecomafie che, come tristemente noto, le utilizzano per lo smaltimento illecito dei rifiuti con il rischio di inquinare le falde. Per questo l’associazione propone una visione d’insieme dei territori oggetto di escavazioni plurime, per predisporre piani di ripristino che evitino la trasformazione in discariche, e che questa sia rafforzata dall’innalzamento dei canoni di concessione per incentivare il recupero di materiale. Sempre nell’ottica del recupero di materia, secondo Legambiente, bisogna concepire la gestione dei rifiuti. Ad oggi mancano scenari ed obiettivi ambiziosi che impediscano a Torino di fare da zavorra su tutta la pianificazione regionale e che ridiano invece al capoluogo quello slancio necessario per competere con i capoluoghi virtuosi. Nel contesto valdostano, invece, occorre innanzitutto che l’Amministrazione Regionale difenda il risultato del referendum con il quale i cittadini hanno respinto, senza se e senza ma, il progetto di un piroinceneritore per lo smalmatimento dei rifiuti. Le parole d’ordine di Legambiente in tema di rifiuti sono dunque prevenzione, porta a porta spinto e tariffazione puntuale.
“La proposta ambientalista, oggi, deve saper tener conto delle trasformazioni in atto, saperle leggere e raccontare ma, soprattutto, deve inserirsi nei processi in corso per condizionarli ed orientarli -dichiara Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Un ambientalismo dirompente che sappia trovare, di volta in volta, alleanze per la sostenibilità, nella società, nella politica, nell’economia e nella cultura. La forza di Legambiente sta nel saper anticipare i tempi, proporre strade nuove e migliori, indicare la via da percorrere e i mezzi per farlo. Bisogna saper fare proposte ancor prima delle battaglie, sensibilizzare con perseveranza e costanza per creare cambiamento negli stili di vita e per stimolare una nuova governance dei territori che sia finalmente coraggiosa”.
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