VERCELLI – Da mesi tormentavano due anziani per farsi consegnare ingenti somme di denaro.
L’attività d’indagine era iniziata a metà luglio, quando il Comando Polizia locale di Vercelli, aveva ricevuto una mail, nella quale un cittadino vercellese segnalava
Foto d’archiviouna presunta estorsione in danno di una persona anziana, 89enne, residente nel suo palazzo.
Sentiti i condomini, e grazie alle loro dichiarazioni, per la Polizia è stato possibile identificare da subito due dei componenti del sodalizio criminoso G.Gerardina., 32 anni, nata a Battipaglia (SA), residente a Vercelli, e G.Costanzo., 26 anni, nato e residente a Vercelli.
Grazie all’incessante attività investigativa protrattasi per circa due mesi, a specifici servizi di osservazione nei pressi dell’indirizzo monitorato e, all’ausilio di presidi tecnologici, la Polizia è risalita ad altri tre complici della banda: G.Cosimo, 28 anni, nato e residente a Vercelli, G.Giuseppe, 30 anni, nato e residente a Vercelli, e B. Fiore, 34 anni, nato e residente a Vercelli.
Gli indagati si recavano quotidianamente sotto l’abitazione del povero anziano, per ottenere del denaro; alcuni giorni i malviventi erano tornati più volte in modo da trovare la vittima, non sempre presente a casa.
L’anziano non era l’unica vittima l’altra era un parroco, 74enne, della provincia di Vercelli.
Raccolta la testimonianza e la denuncia delle vittime, la Polizia ha potuto agire.
Le vittime ricevevano telefonate a tutte le ore e visite improvvise presso le loro abitazioni, con insistenti richieste di denaro adducendo alle motivazioni più varie.
La prima vittima aveva già sborsato circa 12.000 euro; 1.500 euro la seconda.
Tutta l’attività di polizia giudiziaria, ha visto anche un valido ausilio dalla locale Polizia Scientifica.
I soggetti indagati sono chiamati a rispondere dei reati di estorsione” e “atti persecutori” e non potranno più avvicinarsi alle vittime, in particolare presso la loro abitazione; non potranno più comunicare in alcun modo con loro, né in forma scritta, né via telefono, né via internet o per interposta persona; infine dovranno recarsi quotidianamente in Questura per apporre la propria firma.
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