ATTUALITÀ – Grazie alle innovazioni terapeutiche degli ultimi anni, si consolida il ruolo del dermatologo che oggi dispone di terapie in grado di trattare le principali patologie cutanee, come psoriasi e cheratosi attinica, un tumore della pelle non melanoma in fase iniziale.
In arrivo progressi anche per il trattamento dell’acne, mentre preoccupa il fenomeno delle resistenze batteriche agli antibiotici, l’unica vera arma per contrastare le infezioni cutanee.
Una grande fiducia nelle prospettive della Dermatologia e nella figura del dermatologo che oggi, grazie alle innovazioni degli ultimi anni, dispone di opzioni terapeutiche in grado di curare sempre meglio importanti patologie cutanee, come la psoriasi e la cheratosi attinica, per le quali fino a poco tempo fa mancavano trattamenti soddisfacenti.
Guarda al futuro il supporto che LEO Pharma, leader in Dermatologia a livello mondiale, offre, per il terzo anno consecutivo, ad una iniziativa rivolta ai giovani specializzandi in Dermatologia: il XV Corso di aggiornamento sulle “Malattie Infiammatorie della Cute” organizzato dalla SIDeMaST – Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse che si svolge a Viareggio dal 17 al 20 marzo. L’iniziativa mira a consolidare il ruolo del dermatologo, interlocutore primario a cui rivolgersi al primo comparire dei sintomi di malattie cutanee, e poter accedere così a terapie efficaci in grado di migliorare la qualità di vita, evitando, nel caso di patologie tumorali in fase precoce come la cheratosi attinica, l’evoluzione in un carcinoma invasivo.
Le patologie della pelle sono certamente molto diffuse; per esempio l’acne colpisce circa il 90% dei giovani; la psoriasi, invece, interessa il 3% della popolazione mondiale, 125 milioni di pazienti in tutto il mondoi, di cui oltre 2,5 milioni solo in Italia, eppure studi recenti dimostrano che un paziente su due (50%) non riceve trattamenti soddisfacenti; la cheratosi attinica, una lesione di tipo neoplastico allo stadio iniziale, colpisce l’1,4% della popolazione italiana sopra i 45 anni di età, ed è spesso misconosciuta e sotto diagnosticata.
La psoriasi, a causa dell’impatto negativo che spesso ha sulla qualità di vita dei pazienti, arrivando a condizionarne anche progetti nella sfera personale e lavorativa, viene equiparata ad una patologia invalidante: si manifesta con la comparsa di chiazze rossastre e rotondeggianti, ben delimitate da margini netti. Con il progredire della patologia, le chiazze possono confluire e ricoprirsi di squame di colore bianco-argenteo. La maggior parte delle persone affette da psoriasi (circa l’80%) soffre di psoriasi a placche, nella forma lieve o moderata.
«Per questa patologia le prospettive di trattamento sono molto migliorate ed è davvero fondamentale invitare i pazienti a rivolgersi al dermatologo per avere una terapia adeguata – afferma Giampiero Girolomoni, Direttore di Dermatologia all’Università degli Studi di Verona e Presidente della Società Italiana di Dermatologia (SID) – in generale, quando una persona si accorge delle lesioni tende a sottovalutare il problema, lo nasconde, e spera che passi da solo. Quindi può passare del tempo prima che si arrivi a una diagnosi e alla prescrizione di una terapia che oggi può fare leva su terapie topiche in gel a base di un derivato della vitamina D, calcipotriolo, e un cortisonico, betametasone, con un ottimo profilo di efficacia, sicurezza e tollerabilità».
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