PIEMONTE – Sono in corso dalle prime ore dell’alba da parte della Guardia di Finanza di Torino, perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Torino,
presso diversi Centri Assistenza Agricola, Associazioni Agricole ed alcuni soggetti indagati per il reato di truffa aggravata.
L’indagine, avviata dalla Compagnia di Susa nel settembre del 2012, si è incentrata sull’effettiva operatività di sette imprese agricole del pinerolese, dell’astigiano e dell’alessandrino, tutte dedite all’allevamento di bestiame, che hanno percepito, per anni, ingenti contributi comunitari, dichiarando di avere svolto le loro attività anche nel territorio montano di Bardonecchia.
Le fiamme gialle, in stretta collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato di Bardonecchia, hanno dimostrato come gli allevatori “prendevano” in affitto centinai di ettari in alpeggi di alta quota per aumentare virtualmente la superficie agricola utilizzata dalle proprie aziende zootecniche e riscuotere i premi riconosciuti dall’Unione Europea. In particolare è stato accertato che gli allevatori coinvolti nella truffa hanno presentato nel corso degli anni documentazione mendace al fine di dimostrare sia la titolarità dei terreni sia l’attività svolta sul territorio montano, requisiti fondamentali appunto, per l’erogazione del contributo comunitario.
L’attività investigativa ha permesso di evidenziare, come in alcuni casi, i comprensori adibiti al pascolo fossero oggetto di “contratti simulati” e come gli stessi venissero concessi, sia ad allevatori compiacenti che utilizzavano tali superfici “per gonfiare” le richieste di riscossione dei contributi europei, sia a soggetti che realmente li utilizzavano per il pascolo del bestiame.
Nel corso dell’indagine è stato accertato come l’ente regionale erogatore dei contributi, l’A.R.P.E.A., sia stato indotto in errore dai responsabili del raggiro attraverso la presentazione di documentazione in parte dimostratasi falsa e di contratti d’affitto per il pascolo sui quali di fatto non veniva effettuata nessuna attività.
I soggetti implicati nella frode sono stati denunciati alle Procure di Torino, Asti e Alessandria e dovranno rispondere del reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ex art. 640 bis e falsità ideologica in atto pubblico.
I finanzieri hanno accertato complessivamente quasi 2 milioni di euro di somme illecitamente percepite, le quali sono state segnalate alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Torino quale danno erariale ed all’Azienda Regionale Piemontese per le Erogazioni in Agricoltura per il recupero del credito.
Sono state altresì contestate sanzioni amministrative per oltre 700.000 euro
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