CHIVASSO – Il Collegio Arbitrale ha dato ragione all’Amministrazione comunale: l’intero complesso del Palalancia torna nelle mani del Comune di Chivasso che non dovrà pagare nemmeno un centesimo di indennizzo al gestore, la società Sport nel Canavese.
E’ questa, in sostanza, la decisione scritta nel lodo depositato il 5 febbraio scorso all’Anac (l’Autorità nazionale anti corruzione); un faldone di 250 pagine nella quale si spiegano i motivi della sentenza.
“Si è finalmente concluso un iter estremamente complicato – ha detto il sindaco Libero Ciuffreda – che mette una parola complessivamente definitiva alla vicenda e che dà ragione agli sforzi compiuti dagli uffici comunali nel raccogliere il materiale da presentare alla commissione giudicante e a una scelta di questa Amministrazione avviata in parte dalla precedente Giunta De Mori. Chiederemo le dimissioni di quei consiglieri che siedono tuttora in Consiglio comunale e che approvarono una delibera che sfilava più di un milione di euro dalle tasche dei cittadini”.
Tutto ha inizio nel 2005 quando si inaugurò la struttura e, per circa un anno e mezzo, l’impianto sportivo polivalente venne gestito direttamente dal Comune. Attraverso un bando di concorso la gestione dell’intero complesso Palalancia (palazzetto, piscina, campo da calcio e club house) venne affidata, per 25 anni, alla società Sport nel Canavese di Piero Gambarino, con un canone d’affitto estremamente agevolato che ammontava a 9.500 euro all’anno. “Tutti auspicavano fosse la soluzione migliore che il Comune potesse affrontare, in realtà si dimostrò fallimentare – ha spiegato il sindaco Libero Ciuffreda -. Scarsa la qualità dei servizi erogati, il palazzetto e la club house erano sottoutilizzati, e cominciarono ad emergenze continue e ingiustificabili inadempienze da parte di Gambarino. Nel 2011 la Giunta Matola, prima delle elezioni, decise di approvare il bilancio a marzo con lo stanziamento di un milione e 200 mila euro per il rientro della struttura (proponendo l’accensione di un mutuo), quale titolo di indennizzo per le spese di ristrutturazione affrontate dalla società Sport nel Canavese. Pertanto la nuova Amministrazione insediata a maggio 2011, con il sindaco De Mori, si ritrovò, inserita nel bilancio approvato, questa pesante eredità, da subito con una deliberazione del 27 maggio 2011, l’Amministrazione, approvò delle modifiche alla deliberazione precedente, bloccando di fatto quanto previsto dalla Giunta Matola ed interrompendo la gestione da parte della Società Sport nel Canavese”.
Il ricorso all’arbitrato viene quindi richiesto dalla società amministrata da Piero Gambarino, al fine di annullare la delibera con una richiesta al Comune di un risarcimento pari a 2-3 milioni di euro. L’Amministrazione guidata da Ciuffreda ha deciso di non ricorrere al Tar e di aderire quindi all’arbitrato, per evitare lungaggini giudiziarie. “I fatti ci hanno dato ragione – ha commentato il sindaco -. E’ stata una scelta che ci consente, fin da subito, di disporre dell’intero complesso senza dover pagare alcun indennizzo. I giudici ci hanno dato ragione su tutti i fronti”.
La società Sport nel Canavese, secondo quanto previsto dal lodo, dovrà invece pagare penali per circa 10 mila euro ma, entro sei mesi, può decidere di ricorrere in Corte d’Appello e richiedere la sospensiva del lodo.
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