CANAVESE – Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto sull’Imu sui terreni agricoli per i Comuni montani.
Lo ha reso noto l’Unione Nazionale Comuni Enti Montani (Uncem), precisando che una decisione definitiva sull’imposta sarà presa il 21 gennaio, cinque giorni prima della scadenza del pagamento della tassa.
Il Tar contesta il meccanismo dell’altitudine individuato come criterio per il pagamento (dai 281 ai 600 metri slm).
“Il pronunciamento del Tar conferma le ragioni per le quali oltre 170 deputati avevano chiesto al Governo di riprendere in mano la questione evitando di scaricarla su contribuenti e Comuni – commenta Enrico Borghi, presidente nazionale di Uncem e dell’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della Montagna -.I Comuni montani piemontesi, insieme a quelli toscani, emiliani e campani, stanno approvando un odg per chiedere al Governo e al Parlamento di eliminare l’Imu sui terreni montani”.
“Uncem – afferma il presidente della Delegazione piemontese Lido Riba – continuerà a opporsi a chi con squadretta e goniometro vuole classificare la montagna: vada a Cuneo, a Domodossola e poi negli Appennini toscani o marchigiani per capire che la montagna, anche nella stessa regione, è profondamente diversa”.
Al centro della sentenza del Tar anche i tempi del decreto, troppo stretti per mettere i Comuni nelle condizioni di programmare le entrate che devono di fatto compensare i 360 milioni di tagli statali da compensare appunto con il maggiore introito di Imu legato alla nuova aliquota sui terreni agricoli. Se il Tar confermerà il 21 gennaio la sospensiva del pagamento il Governo dovrà trovare il modo per compensare i 4mila Comuni italiani che si sono visti tagliare i fondi statali in cambio di un gettito che non arriverà nelle casse.
l tema Imu sarà al centro dell‘incontro dei sindaci delle Terre Alte che da tutt’Italia arriveranno a Montecitorio il 12 gennaio.
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