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TORINO – A seguito della manifestazione svoltasi ieri, 11 luglio, in Piazza Castello a Torino da parte dei risicoltori del Piemonte, la Giunta regionale del Piemonte chiede al Parlamento e al Governo una nuova legge sul commercio del riso,
in modo che sia obbligatoria l’etichettatura del prodotto, in grado di garantirne la tracciabilità e la trasparenza della filiera. Chiede inoltre al Governo di premere sull’Ue perché venga applicata la clausola di salvaguardia, in modo che siano sospesi i dazi zero di cui godono le importazioni dai paesi meno avanzati, in particolare in questo settore Cambogia e Myanmar. Un documento con queste richieste, messo a punto dall’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, è stato approvato dalla Giunta piemontese nella riunione di ieri.
“Credo che la liberalizzazione del commercio, che è la direzione verso la quale guardare per il nostro futuro – afferma il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino – sia stata gestita con insufficiente attenzione, soprattutto considerando la crisi. Per questo voglio esortare il nostro Governo ad assumere una posizione più decisa a Bruxelles”. “Tutelare la nostra risicoltura – aggiunge Ferrero – non significa solo difendere un settore storico dell’agricoltura piemontese, che ha oltre 8 mila addetti e circa 2500 aziende, che producono 850 mila tonnellate di riso, contro il milione e 400 mila prodotto in Italia. Significa anche tutelare il prodotto italiano e il consumatore, che troppo spesso nelle scatole di riso a marchio italiano trova risi che vengono da fuori Europa e su cui non ci sono garanzie”.
Il Piemonte, che con 120 mila ettari copre metà della superficie coltivata a riso in Italia, è il primo produttore nazionale di riso. E l’Italia è il primo produttore europeo.
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