RIVAROLO CANAVESE – Arpa Piemonte ha pubblicato i risultati della prima campagna di monitoraggio dell’aria, avvenuta dal 28 gennaio al 4 marzo con centralina mobile.
“Va innanzitutto premesso che la campagna si è svolta in un periodo particolarmente piovoso e quindi anomalo rispetto alle condizioni tipiche stagionali. – Si legge nella relazione – […] il Dipartimento scrivente va luterà con l’Amministrazione Comunale la possibilità di ripetere la prima campagna durante il prossimo inverno, compatibilmente con la propria programmazione, finalizzata a fornire il servizio a tutte le Amministrazioni che ne fanno richiesta.”
Secondo i risultati, considerando oltretutto l’abbattimento delle sostanze inquinanti causato dalla pioggia, “il PM 10 ha invece presentato 5 giorni di superamento (pari al 14 %, dei giorni validi di misura nel corso della campagna) del valore limite giornaliero a fronte dei 35 giorni ammessi dalla normativa in un intero anno. Dal confronto con il numero di superamenti annui rilevati nel 2013 nelle stazioni fisse che presentano andamenti del PM 10 analoghi a quelli del sito di Rivarolo Canavese è presumibile che se si effettuasse un monitoraggio e steso all’intero anno anche in questo sito il numero massimo di giorni ammessi sarebbe superato, come peraltro accade in tutto il territorio provinciale di pianura.”
Per quanto concerne invece il monossido di azoto, per il quale la normativa non prevede valori di riferimento, “presenta valori relativamente elevati se confrontati con il contesto provinciale. In misura minore un fenomeno analogo si evidenzia per il biossido di azoto, pur nel rispetto del valore limite orario previsto per questo inquinante.”
Una situazione, come definisce il Comitato Non Bruciamoci il Futuro, preoccupante.
«In questo quadro – affermano – è quanto mai importante che vi sia un controllo sempre più efficace su tutte le sorgenti inquinanti, ivi compresa la centrale a biomassa i cui dati dello SME (Sistema di Monitoraggio Emissioni) devono essere resi pubblici in tempo reale, come richiesto insistentemente dal nostro Comitato” e dal Comune di Rivarolo. Data la situazione critica della qualità dell’aria in Rivarolo, – prosegue il Comitato – perlomeno è indispensabile che si ottenga una sensibile riduzione dei limiti emissivi, in sede di rinnovo dell’autorizzazione alle emissioni per la Centrale a biomasse ubicata nel centro abitato. Se, per un evidente principio di precauzione, si fosse realizzato un monitoraggio della qualità dell’aria a Rivarolo prima dell’autorizzazione provinciale del 2006, si sarebbe potuto meglio valutare l’impatto ambientale derivante dalle ulteriori emissioni prodotte da una centrale che brucia 200 T/giorno di biomasse.»
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