RIVAROLO CANAVESE – Omicidio colposo. E’ questo il reato che accompagna il fascicolo di indagine aperto dalla procura di Torino sul caso della donna di 37 anni morta la scorsa settimana dopo un’interruzione volontaria di gravidanza con la pillola Ru486.
Si tratta di una semplice ipotesi di lavoro: in questo momento non ci sono indagati e nemmeno sospettati.
L’autopsia, su indicazione del pm Gianfranco Colace , svoltasi ieri sul corpo di Anna Maria, dal medico legale Roberto Testi e non ha prodotto, chiarimenti significativi. Bisognerà aspettare l’esito dei test istologici e tossicologici, che saranno eseguiti nelle prossime settimane. Probabilmente saranno necessari meno dei sessanta giorni affidati allo specialista ma, in ogni caso, i tempi non saranno tanto celeri.
L’inchiesta è alle prime battute. I Carabinieri del Nas hanno visitato l’ospedale Martini per alcuni accertamenti: hanno acquisito la cartella clinica e ascoltato Flavio Carnino, primario di ginecologia, e Alessandro Lauricella, il medico che aveva in cura la donna
Anna Maria, qualche ora dopo la seconda somministrazione, ha accusato difficoltà respiratorie e, nel corso della giornata, dieci arresti cardiaci. Impossibile, almeno per ora, stabilire se ci sono stati legami di causa.
Anna Maria viveva a Torino, ma era cresciuta a Rivarolo Canavese, dove ha frequentato al SS.Annunziata.
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