TORINO – Oggi la protesta organizzata dal movimento dei Forconi sembrava tranquilla. Già, sembrava. Invece sta degenerando minuto dopo minuto, per colpa di gruppi violenti.
Il manifesto citava: “L’Italia che produce di qualsiasi settore; l’Italia dei disoccupati, dei precari, dei giovani, degli studenti, dei padri, delle madri, dei figli e di chiunque voglia dire basta…Questa Italia si ribella e scende nelle strade e nelle piazze contro il far west della globalizzazione che ha sterminato il lavoro degli italiani, contro questo modello di “Europa”, per riprenderci la sovranità popolare e monetaria, per riappropriarci della democrazia, per il rispetto della Costituzione, contro un governo di nominati. Per riprendere la nostra dignità. Ribellarsi è un dovere.”
Belle parole. Il diritto di sciopero é sancito dalla Costituzione italiana. Ma l’adesione allo sciopero e alla protesta con la coercizione, con le minacce e con la violenza, no. Non è tollerabile. Oltretutto va in direzione opposta alla dicitura del manifesto: “..per riappropriarci della democrazia”.
Dov’è la democrazia quando si viene minacciati? Quando viene negata la libera scelta?
Ieri gruppi di ultras insultavano pesantemente passanti e agenti della Polizia Municipale; stamattina le minacce sono diventate più pesanti, e seguite da atti violenti.
Gli organizzatori della protesta si dissociano totalmente dalle intimidazioni e dagli atti violenti.
Le vetrine dei supermercati che avevano deciso di restare aperti (come un Pam di borgo San Paolo) sono state sfasciate; i clienti sono stati fatti uscire. Poi è toccato ai mercati: le bancarelle degli ambulanti fatte a pezzi perché avevano deciso di lavorare; i negozi e gli uffici hanno dovuto tirare giù le serrande perché è stato loro intimato che se non l’avessero fatto sarebbe stato tutto spaccato, o comunque per evitare questo tipo di reazione. Chi ripagherà gli esercenti dei danni subiti?.
Pubblichiamo la lettera che ci è giunta in redazione:
“Gentile direttore,
Innanzitutto volevo esprimere il mio consenso all’iniziativa intrapresa dal comitato “dei forconi” , una manifestazione svoltasi ieri in modo quasi perfetto, ad esclusione di un piccolo manipolo di persone che la parola “manifestazione” non sa neanche il significato; ci sono stati disagi, blocchi, traffico paralizzato, ma per la maggior parte dei casi nel pieno rispetto dei cittadini. Oggi purtroppo no, i gruppi isolati a seguito della scia intrapresa ieri hanno voluto continuare i blocchi, fermando i mercati di via Di Nanni e Piazza Guala, il primo in fattispecie, due ambulanti che vendevano frutta e verdura e uno salumi, come tutte le mattine alle sette erano andati al loro posto di lavoro, in men che non si dica i contestatori hanno intimato lo sgombero. I due venditori di frutta hanno subito smontato tutto e sono tornati a casa, non guadagnando neanche i soldi della benzina spesi per arrivare, il terzo si è impuntato… Risultato la sua bancarella è stata presa a calci dai contestatori rovinandogliela. Idem per il piccolo supermercato “Pam” sito sulla stessa via dove i manifestanti sono entrati e hanno obbligato i dipendenti a mandare via la gente e chiudere… A seguito di questo torno in ufficio e parto per andare a fare le mie solite commissioni lavorative quando a un certo punto mi arriva una telefonata da una mia collaboratrice dicendomi che un manipolo di persone era entrato in ufficio dicendo di tirare giù le serrande per la loro sicurezza in caso i manifestanti fossero passati di là e, vedendo l’esercizio aperto avrebbero potuto fare danni… Mi sono dilungato abbastanza, ma il mio pensiero è: la libertà a scioperare è un diritto sacrosanto di ogni cittadino, l’obbligo a scioperare…. Mi sa di dittatura… Buona giornata”
La crisi è già forte e devastante di per sé, e se i commercianti saranno “obbligati” dai gruppi violenti a stare fermi, questa protesta servirà solo a peggiorare la situazione. Intanto lo Stato nemmeno se ne accorge. La cura si sta rivelando peggiore del male.
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