RIVAROLO CANAVESE – La mostra “Pagine di storia rivarolese – Manifesti, pubblicità, fatture, lettere di associazioni, periodici rivarolesi e canavesani tra ‘800 e ‘900 dall’Archivio di Ivo Giustetti”, verrà inaugurata venerdì 29 novembre alle 21, presso la Sala Consiliare di Palazzo Lomellini.
All’inaugurazione della mostra (che resterà aperta il 30 novembre e 1° dicembre con orario 10,00/13,00 e 15,30/19,30) seguirà la presentazione del libro Vita nelle campagne piemontesi di Antonio Gallenga (Londra, 1858) con interventi di Emilio Champagne, curatore della nuova edizione e Presidente dell’Associazione Terra Mia e di Sergio Musso, traduttore; alle 22,30, la presentazione dell’ultimo numero della Rivista Canavèis con interventi di Giancarlo Sandretto, Ivo Giustetti, Riccardo Cerrano e Milo Julini.
L’iniziativa è organizzata dalla Biblioteca Comunale “Domenico Besso Marcheis” in collaborazione con le associazioni cittadine Amici del Castello Malgrà, Circolo Filatelico e Numismatico, Associazione Nazionale Alpini – Gruppo di Rivarolo Canavese e rientra nel programma dei festeggiamenti per il 150° anniversario del riconoscimento del titolo di Città.
Ivo Giustetti da oltre vent’anni si dedica con passione alla ricerca di libri, autografi e documenti di ambito canavesano, costituendo una collezione che spazia dal periodo napoleonico al Risorgimento, sino ai nostri giorni.
L’idea della mostra è nata in occasione della collaborazione di Ivo Giustetti al libro “Rivarolo Canavese Città 1863-2013” e sarà un’occasione preziosa per scoprire testimonianze in gran parte inedite di vita economica, sociale e civile rivarolese. A Palazzo Lomellini saranno esposte, tra l’altro, carte intestate e fatture di numerose aziende che hanno determinato lo sviluppo economico rivarolese dalla manifattura Chiesa al liquorificio Grassotti, esempi dell’arte grafica cittadina con alcune xilografie di Nino Gambotti. Insieme ad alcuni periodici canavesani saranno presentati anche le testate rivarolesi “L’Orco”, del 1882 e de “Lo Staccio”, diretto da Celeste Ferdinando Scavini tra il 1915 e il 1917.
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