TORINO – Dal 1° ottobre la Regione ridurrà le rette per il ricovero ed i servizi ai malati di Alzheimer, ma la quota a loro carico aumenterà per effetto della normativa nazionale sui livelli essenziali di assistenza, che ha portato la compartecipazione al 50%.
”Deve essere chiaro – rileva l’assessore alla Sanità, Ugo Cavallera – che l’incremento a carico del cittadino è pertanto una conseguenza della legge dello Stato e non di una volontà della Regione”.
L’assessore ricorda che il Piemonte mette a disposizione dei malati di Alzheimer una rete di servizi sanitari, per l’inquadramento diagnostico e terapeutico della malattia (Unità di valutazione Alzheimer, servizi ambulatoriali e ospedalieri di geriatria). Le Unità di valutazione hanno il compito di diagnosticare la malattia e di proporre una valida terapia farmacologia, il medico di famiglia e gli specialisti dell’Unità assicurano il supporto clinico necessario per seguire l’andamento cronico-degenerativo della malattia anche attraverso ricoveri ospedalieri nelle fasi acute, laddove il malato presenta sintomatologia comportamentale significativa. La malattia richiede infatti un elevato livello di assistenza, che nella maggioranza dei casi è offerto a domicilio dalla famiglia con il supporto dei servizi di ADI e di assistenza domiciliare. Con il suo progredire la “gestione” del malato diviene sempre più difficile e gli interventi di cura e assistenza domiciliare non sono, talora, sufficienti a sostenere le famiglie. Può quindi essere necessario il ricorso a servizi socio-sanitari semiresidenziali – quali il Centro diurno Alzheimer – oppure residenziali, quali le residenze sanitarie ad elevata intensità assistenziale, oppure ricorrendo al Nucleo Alzheimer Temporaneo (NAT) nei casi di disturbi comportamentali importanti.
L’aggravarsi della sintomatologia e della non autosufficienza possono portare l’anziano malato di Alzheimer e la sua famiglia a richiedere, per la gravità della sintomatologia e le difficoltà di un’ottimale permanenza a domicilio con la sola presenza di assistenti familiari, di essere ricoverato in strutture residenziali tendenzialmente in alta intensità per le quali la delibera approvata dalla Giunta regionale il 2 agosto scorso prevede la riduzione della tariffa giornaliera da 99 ad 95,73 euro, ma che per effetto della normativa nazionale sui Lea la retta giornaliera a carico del cittadino passerà dagli attuali 45,54 ad 47,87 euro.
Nel caso di gravi compromissioni psico-fisiche e gravi disturbi comportamentali la Regione Piemonte unica in Italia ha introdotto una particolare struttura di supporto, rappresentata dal NAT (Nucleo Alzheimer Temporaneo), che ha il compito di stabilizzare la sintomatologia correlata alla patologia (disturbi comportamentali e problematiche cognitive attraverso un ricovero a tempo determinato (di norma due mesi), al fine di continuare il progetto assistenziale o attraverso un inserimento di tipo continuativo residenziale, semiresidenziale o a domicilio. La tariffa giornaliera in vigore da ottobre per i NAT è stata ridotta da 137,15 a 132,62 euro. Ma sempre per effetto della normativa nazionale la spesa a carico del cittadino passerà dagli attuali 63,09 a 66,31 euro.Anche le tariffe per l’inserimento in un Centro diurno Alzheimer sono state ridotte da 88 a 70 euro al giorno. Ma per la normativa nazionale la quota del cittadino passerà da 20 a 35 euro al giorno.
”Nei casi in cui l’utente non abbia reddito sufficiente per pagare la propria quota di compartecipazione alla tariffa – precisa Cavallera – subentra l’ente gestore delle funzioni socio-assistenziali locali. Con questi organismi esamineremo tali casistiche nell’ambito dell’utilizzo dei fondi per i servizi sociali stanziati nel bilancio 2013”.
L’assesspre ricorda infine che ”la criticità legata ai Centri diurni Alzheimer, unitamente alle altre questioni legate alla ridefinizione dei livelli essenziali di assistenza, così come la tematica della non autosufficienza, sono state poste dalla Regione Piemonte al tavolo Regioni-Ministero costituito per il nuovo Patto della Salute 2013/2015”.
Nel 2012 i posti letto in residenze sanitarie assistite riservati agli anziani non autosufficienti, tra cui i malati di Alzheimer, a carico del servizio sanitario sono stati 14.765, i posti letto in NAT sono stati 206, gli utenti dei Centri diurni 250.
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